“A distanza di 44 mesi dall’entrata in vigore del superbonus 110%, dopo il trentesimo intervento di modifica e correzione delle misure, auspichiamo l’adozione di un indirizzo definitivo, in un’ottica di stabilizzazione delle agevolazioni fiscali nel settore dell’edilizia”.
Così la vicepresidente di Confprofessioni, Claudia Alessandrelli, la scorsa settimana in audizione in Commissione Finanze della Camera sul “decreto Salva Superbonus” (DL 212/2023), il provvedimento urgente che fa salvi i lavori già eseguiti nei cantieri superbonus 110%, consentendo a coloro i quali non dovessero riuscire a completare gli interventi di non restituire tutto il bonus di cui hanno beneficiato, e prevede un contributo per aiutare i cittadini con redditi bassi a far fronte alle spese sostenute dal 1° gennaio al 31 ottobre 2024.
I condomìni con lavori superbonus in corso
Confprofessioni chiede di trovare una soluzione anche per gli edifici condominiali che devono ancora terminare i lavori ammessi a detrazione, per un importo di circa 10 miliardi di euro.
La ‘sanatoria fiscale’ contenuta del Decreto, secondo Confprofessioni, mira ad evitare ulteriori ripercussioni per i committenti; tuttavia, non sembra idonea a scongiurare eventuali contenziosi che potranno sorgere tra imprese, professionisti e condomìni a causa del rallentamento o della sospensione dei cantieri. “È altamente probabile – ha sottolineato Alessandrelli – che si renderanno comunque necessarie alcune opere di completamento nel 2024 i cui costi è opportuno chiarire come saranno disciplinati”.
Bonus edilizi, necessaria la riforma
“L’impatto dei bonus e del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia – ha aggiunto Alessandrelli – andrebbe valutato oggettivamente, prendendo in considerazione non il solo calcolo dell’impatto sulla spesa pubblica e sul disavanzo per lo Stato, ma anche le ripercussioni economiche e sociali, di medio-lungo periodo, che hanno generato una serie di esternalità positive”.
Confprofessioni auspica, quindi, una revisione complessiva del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia, per esempio accorpando tutti i bonus sotto un’unica detrazione fiscale, o rimodulando gradualmente i meccanismi con modalità di incentivazione differenziata, in base alle classi energetiche o alle classi di rischio delle costruzioni.
La revisione del sistema di bonus fiscali – ha sottolineato Alessandrelli – è necessaria anche in vista della Direttiva Case Green, che prosegue il suo iter: “è impensabile raggiungere gli obiettivi della Direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici senza un sistema di misure stabili e di incentivi, che possa contribuire alla realizzazione delle opere di efficientamento energetico con una prospettiva di lungo termine”.
“Un obiettivo particolarmente sfidante per l’Italia poiché si stima che nel nostro Paese circa 1,8 milioni di edifici residenziali sul totale di 12 milioni rientrino tra gli edifici più energivori (con classe energetica G), mentre il superbonus 110% ha riguardato sino ad ora meno di 500 mila edifici” – ha concluso la vicepresidente di Confprofessioni.
Ricordiamo che la riforma dei bonus edilizi è uno degli impegni che il Governo deve mantenere di qui ai prossimi mesi. Dalle prime ipotesi di riscrittura delle agevolazioni, è emersa l’intenzione di seguire un approccio integrato ed efficiente, proprio per conformarsi agli obblighi della Direttiva Case Green.
.