La direttiva case green, sulla quale Parlamento e Consiglio hanno trovato un accordo a Bruxelles, dopo mesi di trattative, apre la stagione della revisione delle agevolazioni per le ristrutturazioni, con una serie di misure che diventeranno operative già dal 2025.
Da un lato diventeranno sempre più centrali i sistemi ibridi, che mettono insieme le caldaie con le pompe di calore, oltre agli apparecchi solo elettrici, come le pompe di calore; dall’altro le agevolazioni per le caldaie che funzionano solo a gas metano salteranno, a beneficio molto probabilmente di quelle certificate per funzionare con gas verdi, come biometano e idrogeno. Mentre, sullo sfondo, c’è l’obiettivo di lungo termine del 2040: il bando dei combustibili fossili nei sistemi di riscaldamento e raffrescamento.
Partendo dalle agevolazioni fiscali, il testo della direttiva (che per molti aspetti va ancora sottoposto a un processo di drafting) stabilisce, nella sua ultima versione, che a partire dal 2025 non sarà più possibile fornire agevolazioni alle caldaie autonome alimentate da combustibili fossili. Va ricordato che oggi l’ecobonus è al 50% per le caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A e al 65% per gli impianti che siano anche dotati di sistemi di termoregolazione evoluti. E che questi sconti sono attualmente confermati fino alla fine del 2024. Il prossimo anno, allora, potrebbe essere quello di una revisione profonda dei bonus casa, anche per allinearsi alla nuova direttiva.
Dove andranno le nuove agevolazioni? Per capirlo, bisogna guardare alle definizioni della Energy performance of buildings directive, che lasciano diverse zone grigie. L’analisi dettagliata sarà possibile con il testo finale. Per adesso, però, appare chiaro che se le caldaie che funzionano solo a gas metano non avranno sconti fiscali, le agevolazioni potrebbero invece comunque andare ad altri apparecchi che non ricadono nei divieti, come quelli certificati per funzionare con i gas verdi, come l’idrogeno o il biometano. Saranno, a questo proposito, cruciali le indicazioni operative.
Su questo punto arriveranno delle linee guida dalla Commissione europea, per chiarire esattamente i confini dei nuovi divieti. Ne parla il presidente di Assotermica, Alberto Montanini: «Ci auguriamo che con queste linee guida la stessa Commissione possa concentrare la propria attenzione sugli apparecchi cosiddetti green gas ready, che sono già oggi una realtà della nostra grande industria europea». Nella zona grigia lasciata dalle definizioni europee, poi, sarà cruciale il ruolo degli Stati membri. Così, prosegue Montanini: «Un plauso anche per avere adottato un approccio pragmatico che riconosce agli Stati membri l’autonomia di decidere le proprie politiche d’incentivazione e assegna agli apparecchi ibridi un ruolo fondamentale nella transizione energetica anche dopo il 2025».
L’altro punto chiave delle nuove politiche di agevolazione, derivate dalla direttiva, sarà legato proprio agli apparecchi ibridi. «Sarà ancora possibile – dice la direttiva nella sua versione finale – dare incentivi all’installazione di sistemi di riscaldamento ibrido che funzionino con una consistente quota di energie rinnovabili, come la combinazione di una caldaia con il solare termico o con le pompe di calore». Proprio i sistemi ibridi (caldaia + pompa di calore) hanno rappresentato una delle tecnologie chiave del superbonus negli ultimi anni. Per questi apparecchi saranno, a questo punto, certamente confermati i sostegni.
C’è, infine, la scadenza del 2040. I documenti disponibili finora parlano di un bando per i combustibili fossili nei sistemi di riscaldamento e raffrescamento a partire da quella data. Anche qui saranno decisive le interpretazioni e le prossime linee guida, che dovrebbero andare nella direzione di distinguere le tecnologie (che non saranno colpite di per sé) dai combustibili fossili (che saranno oggetto del bando).
Così, ancora Montanini dice: «Esprimo apprezzamento per essere usciti da una logica dei bandi a favore di un approccio più pragmatico, che distingua nettamente tra vettore energetico e apparecchio. Dal 2040 non sarà vietato immettere sul mercato tutte le tipologie di caldaie, ma sarà solamente inibita l’installazione di quelle che funzioneranno unicamente a combustibili fossili». In ogni caso va rimarcato che, dopo il 2040, nessuno sarà obbligato a rimuovere le caldaie già installate.
Su questo tema, poi, sarà centrale anche l’esito della trattativa sul regolamento Ecodesign, che definirà le caratteristiche che i prodotti per il riscaldamento dovranno avere per essere immessi sul mercato. La trattativa per chiudere questo dossier procede a rilento da mesi, anche in attesa della chiusura della direttiva case green. Ora, proprio perché la direttiva non ha fissato divieti categorici alle caldaie, alcuni aspetti problematici del regolamento potrebbero essere rivisti.
Conclude Montanini: «Ora sarà necessario un allineamento della bozza di nuova direttiva Epbd con la bozza di nuovo regolamento Ecodesign, che prevede tuttora (e spero per poco) divieti per gli apparecchi di riscaldamento con efficienza inferiore al 115% a partire dal 2029. Questo rischia di escludere praticamente tutte le caldaie dal mercato, con un obiettivo quasi impossibile da raggiungere entro la data stabilita. Bisogna cambiare la logica dei divieti ideologici per giungere ad una visione orientata alla decarbonizzazione sostenibile».
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