Sarà il governo italiano e nessun altro a decidere tempi e modi per rendere sostenibile il patrimonio immobiliare del nostro Paese”. Così il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), Gilberto Pichetto Fratin.
Il Ministro è intervenuto sulla bozza di Direttiva europea, che propone obiettivi molto stringenti per l’efficientamento energetico degli edifici. Tra questi, l’obbligo per gli edifici esistenti di raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e la classe D entro il 1° gennaio 2033.
Un obbligo che, data la situazione del patrimonio edilizio italiano, è stato accolto con allarme. La maggioranza ha chiesto di tenere conto delle specificità dell’edilizia italiana, mentre il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha proposto di cogliere l’opportunità offerta dall’UE, varando un piano credibile per ridurre i consumi energetici degli edifici.
Non sono mancate le accuse politiche. Il Gruppo del Movimento 5 Stelle all’Eurocamera ha accusato la maggioranza di opporsi alla bozza della direttiva, quando invece ad ottobre, durante il Consiglio Energia, il ministro Pichetto Fratin ha dato il via libera alla riforma.
In un’interrogazione alla Camera, infine, il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha assicurato che il Governo adotterà “tutte le iniziative necessarie affinché il testo finale della direttiva contenga delle previsioni che siano compatibili con la peculiarità del patrimonio edilizio italiano e che consentano una sua graduale riqualificazione contribuendo ad incrementarne il valore”.
Fitto ha inoltre affermato che il costo delle ristrutturazioni “dovrà essere mitigato da un quadro di incentivi” predisposto “dagli Stati con il sostegno dell’Ue”.
Case green, la lettera del Ministro
In questo clima, il Ministro Fratin ha inviato una lettera a “Il Sole 24 Ore” per spiegare l posizione del Governo.
“Non abbiamo accettato – spiega Pichetto Fratin- un testo penalizzante per l’Italia. Al contrario, il nostro Paese ha vinto una battaglia a Bruxelles facendo passare una soluzione di mediazione sugli standard minimi di prestazione che alcuni paesi volevano più stringenti. L’alternativa sarebbe stata rimanere sull’Aventino e subire decisioni altrui che ci avrebbero solo danneggiato”.
Il Ministro ha puntualizzato che il Governo ha accettato solo l’orientamento generale della direttiva, ma “sarà il piano nazionale di ristrutturazione a prevedere una tabella di marcia con obiettivi stabiliti a livello nazionale in vista dell’obiettivo della neutralità climatica nel 2050 che l’Italia ha siglato e che il Presidente Meloni ha ribadito in più occasioni”.
Nella lettera il Ministro ricorda che “gli Stati rimangono liberi di definire la traiettoria nazionale con cui conseguire un obiettivo comune” e che “nessun obbligo di ristrutturazione degli edifici esistenti è previsto al 2030, anno dal quale solo gli edifici residenziali di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero”, mentre per gli edifici residenziali l’orizzonte è il 2050”.
Il Ministro ha aggiunto che non sono previsti obblighi per i proprietari. “La direttiva – si legge – non prevede alcuna limitazione della possibilità di vendere o affittare gli edifici non riqualificati” e “gli Stati membri potranno stabilire criteri per esentare alcune categorie di edifici come gli immobili di valore architettonico o storico di cui l’Italia è il paese più ricco al mondo”.
Pichetto Fratin ha infine ricordato il lungo percorso legislativo che attende la direttiva, che dopo la trattazione in Commissione dovrà essere adottata in plenaria, prima dell’avvio dei triloghi (incontri per trovare un accordo tra Consiglio e Parlamento con la mediazione della Commissione) per trovare un accordo politico sul testo finale, “che rappresenterà un nuovo compromesso tra le diverse posizioni”.