Cassa depositi e prestiti acquisterà solo crediti dalle imprese che li hanno maturati a valle dello sconto in fattura. E comprerà i superbonus al 91,5% del valore nominale (quindi, il 100,6% effettivo) e gli altri bonus all’83,5%
Cassa depositi e prestiti è vicina alla piena riapertura a nuove richieste del canale per le cessioni dei crediti. E ha già definito tutte le coordinate principali della sua offerta. Acquisterà solo crediti dalle imprese che li abbiano maturati a valle dello sconto in fattura. E comprerà i superbonus al 91,5% del valore nominale (quindi, il 100,6% effettivo) e gli altri bonus all’83,5% del valore nominale. Questi elementi emergono da una lettera informativa che, in questi giorni, Cdp sta inviando a banche e Confidi, per anticipare i dettagli di funzionamento della nuova piattaforma, in vista della riapertura, per la quale ancora non è stata fissata una data. Anche se va ricordato che l’operatività di Cdp non si è mai completamente arrestata: è andata avanti la gestione delle pratiche già presenti prima dello stop.
La conferma, comunque, è che, dopo la sospensione di inizio anno, la piena riattivazione dei canali di Cassa depositi e prestiti è vicina. Insomma, la fase di valutazione, annunciata a marzo scorso in risposta a un’interrogazione parlamentare, si sta chiudendo in modo positivo.
Alcune novità nell’offerta saranno legate ai cambiamenti normativi degli ultimi mesi. Dal momento che Cdp non è un soggetto qualificato in base alle norme sulle cessioni, non potrà essere destinataria del secondo e del terzo passaggio di crediti. Potrà, invece, acquistare crediti solo direttamente dall’impresa che li ha maturati, e solo attraverso le operazioni di sconto in fattura esercitate dal beneficiario della detrazione. Dal 1° maggio, poi, è scattato il divieto di cessioni parziali. Per adesso l’orientamento è di non acquistare parti di crediti ma solo crediti in blocco.
Passando ai contenuti economici dell’offerta, per i superbonus gli acquisti saranno possibili a lavori conclusi o per singoli Sal. Mentre, per gli altri bonus casa, saranno possibili esclusivamente a lavori conclusi. Ogni pratica di cessione dovrà avere un taglio da almeno 250mila euro e ogni impresa avrà a disposizione un plafond massimo da 10 milioni (che potrebbe scendere in considerazione di alcuni parametri di bilancio dell’impresa).
I prezzi cambieranno, come è prassi di mercato, a seconda dell’agevolazione. Per il 110% (sia a quattro che a cinque anni) sarà corrisposto il 93% del valore nominale del credito, al quale sottrarre una commissione dell’1,5% per l’intermediario: quindi, si incasserà il 91,5% del 110%, che è pari al 100,6% di valore effettivo. Per gli altri bonus, invece, si incasserà l’85% del valore nominale, al quale andrà sottratto l’1,5% di commissioni per gli intermediari: si arriva così all’83,5% che, nell’ipotesi di un ecobonus al 65%, corrisponde al 54,2% di valore effettivo.